Marketing elettorale? Oggi è sempre digitale

Al giorno d’oggi il marketing elettorale non può che essere digitale.

È online, infatti, che si comunica, si legge, si compra: insomma, tutta la nostra vita quotidiana è (anche) su Internet. Di conseguenza, per pianificare una campagna elettorale di successo non si può fare a meno di ricorrere a una strategia di marketing politico digitale.

A condizione di essere in grado di sfruttare tutti gli strumenti che la Rete mette a disposizione e di monitorare in modo costante la web reputation che si evolve nel corso del tempo, anche prestando attenzione ai commenti lasciati dagli utenti sui siti web dei giornali, sui social network e sui blog.

Come si costruisce il marketing politico elettorale

Il punto di partenza di qualsiasi strategia di comunicazione digitale è rappresentato dal sito web, che deve essere responsive: vuol dire che deve essere ottimizzato per il mobile o, in parole ancora più semplici, deve poter essere fruito senza difficoltà sia da computer che da smartphone.

Conoscere i trend del momento è essenziale per la progettazione grafica di tutta l’interfaccia, che deve essere il più possibile intrigante.

Al sito, poi, oltre alle pagine di biografia e punti del programma, deve essere affiancato un blog, strumento indispensabile per comunicare e fornire commenti alle notizie quotidiane aggiornamenti e a proposito degli eventi in programma, delle idee da promuovere, delle iniziative previste, e così via.

I social network

Questo compito non può essere riservato solo al blog, ovviamente, ma deve declinarsi anche attraverso i social network.

Facebook è il più importante, con la creazione di una fan page, ma non bisogna sottovalutare le altre piattaforme come Youtube, Twitter e ovviamente Instagram. Ogni canale un messaggio diverso.

Quello che si deve promuovere è un messaggio politico integrato, che possa essere diffuso il più possibile facilmente.

Lo scopo del marketing politico

Gli obiettivi del marketing politico non sono solo di natura informativa: ogni comunicazione, infatti, deve avere anche una natura “seduttiva”.

Il singolo politico, così come un movimento, un’associazione o un partito, va considerato una vera e propria azienda che deve vendere un prodotto (sé stesso e il messaggio da veicolare): ecco perché c’è bisogno di tecniche di marketing appropriate, basate su strumenti di derivazione commerciale.

Quello delle campagne politiche è a tutti gli effetti un mercato in cui gli elettori hanno il ruolo di consumatori mentre i mezzi di comunicazione fanno da distributori.

La ricerca delle soluzioni migliori

Ciò che rende impegnativo il marketing elettorale è che quello che si tenta di vendere è un prodotto che non si può vedere né toccare: è astratto e al tempo stesso inesistente, perché la politica non si gioca solo sul presente ma sul futuro.

Semplificando ma non troppo: si vendono delle promesse, e si deve essere bravi nel far capire il valore di una soddisfazione che non sarà istantanea come quella che si prova mangiando una pizza o ascoltando un CD musicale.

La sfida è quella di guadagnare consenso riuscendo a distinguersi rispetto ai competitor, ma anche individuare i target migliori e confezionare il messaggio ideale per loro, basato su proposte e valutazioni relative ai temi del dibattito politico.

La vera forza è anche nel comunicare che le promesse fatte vengono mantenute perché, in caso contrario, è facile perdere credibilità proprio perché in Internet oggi resta tutto. Forse gli elettori tendono a dimenticare ma oggi è più facile perdere credibilità o ottenerla.

Contattami

Form contatti sidebar